Salsa Tzatziki con yogurt di soia

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L’idea sarebbe quella di portarmi in borsetta la mia salsa e quando tutti ordineranno tzatziki all’oste… zacchete che la salsa ce l’ho anche io!
E così suscitare il suo sdegno, quello di sua moglie che si affaccerà, fazzoletto- in-testa, allibita dalle tende della cucina, del nipote cameriere che avanzerà tra le tavole alternando cortesia a noncuranza. Un Elvis ellenico, capello ingellato un filo in più del giusto, occhiate rapide e di biasimo.
“We’re caught in a trap i can’t walk out” (Elvis Presley, Suspicious mind)

Come la vogliamo chiamare questo nucleo esplosivo di grecità (e miei sciocchi luoghi comuni) che mi sta odiando tanto?
Kourdakis, chiamiamolo Kourdakis.
E quindi, Signor Oste Kourdakis, non si preoccupi, il mio tzatziki non ha nulla a che vedere con la meraviglia che sta per servire ai miei compagni. Non si tratta solo di ingredienti diversi ma di un necessario miscuglio di storie, profumi, sapori, colori che non porto con me per nascita ma che ho selezionato da molti anni per affinità elettiva: nel profumo del mio paradello ne ho trovato una prova.

Signor Kourdakis, tengo a dimostrarle che il mio affetto è sincero. Continua a leggere

I fiori di zucca, i pomodori rossi fritti, l’agrodolce e Billie Holiday

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Il Signor ortolano Giuseppe dice che in questo periodo dell’anno di pomodori verdi non se ne parla proprio ed io mi sono fidata di lui: “no! Assolutamente no! Se proprio devi… ti posso dare questi pomodori peretti poco maturi, vedi che sono ancora un po’ verdi?”.

Peretti furono.
E pure mangiati!

Signor ortolano Antonio, La ringrazio di cuore per i Suoi pomodori, per essere il mio “the ortolano i love” (Billie Holiday, The man i love).

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Muffin variegato al cacao con marmellata di amarene

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Oggi si parla di qualcosa che è rimasto in sospeso ma mai e poi mai (giammai!) accantonato.

Il mio muffin, “muffin caro”, è stato il primo esperimento di “vedi di reinventarti ai fornelli senza lattosio” e, già che c’ero, avevo voluto sfidare il fato togliendo anche le uova.

Un esperimento decisamente vegano ma… no, c’era qualcosa che non funzionava: io e il muffin avevamo ancora tanto da dirci.

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Il riso Venere incontra le ragazze e le vecchie signore splendenti, si gioca anche al piccolo chirugo

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Prima di scrivervi della mia ultima avventura in cucina ho il dovere morale di avvisarvi:

ATTENZIONE, LE PAROLE CHE SEGUONO POTREBBERO URTARE UN PUBBLICO SENSIBILE.

Che poi, io dico, perlomeno quando leggevi che la visione non era adatta ai minori di diciotto anni la questione era più chiara: “non ce li hai diciotti anni, eh? Cambia canale, per cortesia torna a giocare con le biglie”. E quando c’era il consiglio di una visione accompagnata da adulti? Per me nessun problema, tanto me la facevo sotto e cercavo Kiss me Licia.

Leggere che la visione “potrebbe non essere adatta ad un pubblico sensibile” ti manda in cortocircuito: sono sensibile tanto da non potere sopportare la visione di qualcosa che mi interessa?. “Sei sensibile, lascia perdere”. “Ma a me interessa”. “Passerai la giornata a raccontare a chiunque ti capiti a tiro che hai avuto gli incubi, lascia stare, ascolta me”.

“… ok, Kiss me Licia la danno ancora?!”

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La farinata ligure, lini e vecchie lavande

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Ma quella faccia un po’ così che avevo mentre preparavo questa sorta di focaccetta fai da me era solo un anticipare quell’espressione un po’ così che avrei avuto appena il forno avrebbe iniziato a sprigionare odori di quel posto che ci inghiotte. Io non sarei tornata più.

Questa volta vi scrivo di una farinata, un piatto che in un modo o in un altro, per fattori genetici, ereditari e di adozione, non ho mai voluto lasciare.

Sarebbe bello raccontarvi che era una ricetta di pirati ma la vera storia (la vera storia vera) non è esattamente questa… allora la metterò in questi termini: se possiamo mangiarci questa bontà è grazie a un gruppo di svogliati rematori che verso la fine del 1200, trovandosi nel bel mezzo di una tempesta, perse il controllo dell’imbarcazione che caricò acqua che annacquò la farina di ceci (sembra Alla fiera dell’Est ma io non sono Angelo Branduardi e sarebbe ora di smettere di scrivere in “branduardichese”).

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Rispolverare tradizioni: il paradello della nonna e la sua nuova vita

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Leggere Scrittura cuneiforme è stato come scomporre una matrioska. La storia di Ismail si intreccia alla storia di Kader Abdolah e alla nostra.
Noi attecchiti, abbarbicati. Ugualmente e naturalmente smossi, contagiati.

Mi sono divertita molto a preparare questo dolce che ha tanti anni da meritarsi un certo livello di rispetto. Pensavo, chissà quante ne avrà passate. Quante fruste, quante mani, marmellate, padelle, farine, fuochi.

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