La farinata ligure, lini e vecchie lavande

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Ma quella faccia un po’ così che avevo mentre preparavo questa sorta di focaccetta fai da me era solo un anticipare quell’espressione un po’ così che avrei avuto appena il forno avrebbe iniziato a sprigionare odori di quel posto che ci inghiotte. Io non sarei tornata più.

Questa volta vi scrivo di una farinata, un piatto che in un modo o in un altro, per fattori genetici, ereditari e di adozione, non ho mai voluto lasciare.

Sarebbe bello raccontarvi che era una ricetta di pirati ma la vera storia (la vera storia vera) non è esattamente questa… allora la metterò in questi termini: se possiamo mangiarci questa bontà è grazie a un gruppo di svogliati rematori che verso la fine del 1200, trovandosi nel bel mezzo di una tempesta, perse il controllo dell’imbarcazione che caricò acqua che annacquò la farina di ceci (sembra Alla fiera dell’Est ma io non sono Angelo Branduardi e sarebbe ora di smettere di scrivere in “branduardichese”).

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Rispolverare tradizioni: il paradello della nonna e la sua nuova vita

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Leggere Scrittura cuneiforme è stato come scomporre una matrioska. La storia di Ismail si intreccia alla storia di Kader Abdolah e alla nostra.
Noi attecchiti, abbarbicati. Ugualmente e naturalmente smossi, contagiati.

Mi sono divertita molto a preparare questo dolce che ha tanti anni da meritarsi un certo livello di rispetto. Pensavo, chissà quante ne avrà passate. Quante fruste, quante mani, marmellate, padelle, farine, fuochi.

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La mia madeleine: dolcetti al cocco e alle mandorle

image“All’improvviso il ricordo è davanti a me. Il gusto era quello del pezzetto di maddalena che a Combray, la domenica mattina, quando andavo a darle il buongiorno in camera sua, zia Leonia mi offriva dopo averlo inzuppato nel suo infuso di tè o di tiglio….”

Marcel Proust, Dalla parte di Swann

Qualche giorno fa ho preparato questi biscotti, da un po’ di tempo avevo letto la ricetta da un famoso blog di cucina italiano (che potete trovare qui) e la vista di questi dolcetti mi ha ricordato la mia infanzia. Da bambini, io e i miei fratelli, durante le estati toscane, compravamo sempre dei biscottini al cocco che avevano la stessa identica forma. Per completare il quadro ho pensato di prepararne alcuni con la farina di mandorle: il panificio che li preparava aveva sempre e solo questi due tipi.
Come potrete notare dalla foto i miei biscotti alle mandorle si sono rivelati essere molto più che semplici dolcetti…: un misto tra un omaggio al Titanic, uno Stargate, un disco volante o un mezzo di comunicazione interstellare per ET, a voi la scelta! Continua a leggere